IN PROGRAMMA ALL' EMODINAMICA DEL "FAZZI" UN CATETERE PER LA VALVOLA MITRALICA E UN PERCORSO PER LO SHOCK CARDIOGENO.

Si annunciano grosse novità e ambiziosi progetti per la "squadra del cuore" del Fazzi, non appena si trasferirà al Dea,

dove verrà costituito il "Centro Cuore" con funzione dipartimentale. Intanto si continua a salvare gli infartuati e a riparare le valvole cardiache

La squadra del cuore o "heart team" è costituita da professionisti che affrontano le patologie cardiovascolari.  Parliamo di cardiologi (clinici, interventisti, anestesisti) e cardiochirurghi che in Emodinamica lavorano in team.  Le emergenze più frequenti riguardano l'infarto del miocardio, una patologia che colpisce spesso senza preavviso, causata da un'occlusione dell'aorta e sulla quale occorre intervenire entro 3 ore per ripristinare la funzionalità totale.

Il dr. Giuseppe Colonna è il direttore dell'unità di Cardiologia con Utic, Emodinamica e Cardiologia interventistica del Fazzi.

«Dal 2010 nel Salento è attiva la Rete Salent IMA (IMA = infarto acuto del miocardio), la rete per la gestione dell'infarto acuto - spiega Colonna - Una rete costituita per ridurre le tempistiche di trattamento di questi pazienti e strutturata su  3 ospedali Hub :   Fazzi, Città di Lecce e Panico di Tricase (per il sud Salento). Quanto prima si interviene tanto più miocardio-muscolo si riesce a salvare. Invece di portare l'infartuato al PS , il 118 lo porta direttamente da noi, nella sala angiografica.

Nel 2020 - aggiunge il primario -  nonostante il Covid, noi al Fazzi abbiamo fatto 190 angioplastiche primarie in corso di infarto acuto e 236 angioplastiche con infarto in corso , ossia  quando la coronaria non è completamente occlusa. A causa del Covid c'è stata una riduzione in quanto per vari motivi molti di questi pazienti hanno fatto l'infarto a casa e sono arrivati alla nostra struttura quando l'infarto era già avvenuto.

Grazie all'efficienza della rete Salent IMA e alla viabilità pianeggiante, i tempi di intervento del 118 sono ottimali:  dall'inizio dei sintomi all'arrivo in ospedale abbiamo una mediana di circa 55' che ci consente il recupero della funzione contrattile del miocardio».

Tornando al Dea e ai progetti, c'è una "sala ibrida" che non è stata ancora usata.  Una sala dove lavoreranno congiuntamente cardiologi interventisti, abituati a lavorare per via percutanea e cardiochirurghi.

«Oggi facciamo tante procedure di TAVI ((impianto valvolare aortico transcatetere ) - fa sapere il dr. Colonna - Si tratta di pazienti che vengono sottoposti alla sostituzione della valvola per via percutanea. Nel 2020, nonostante il Covid, abbiamo fatto 66 TAVI; nel 2019 poche di più, 70. Occorre la presenza del cardiochirurgo; ecco perchè per lavorare congiuntamente sarà importante la sala ibrida».

Al Fazzigli interventi a cuore aperto hanno lasciato il posto alle procedure percutanee, mininvasive.

«Oggi per esempio, c'è anche la possibilità di trattare l'insufficienza mitralica con la clip - aggiunge Colonna - ossia, quando non è possibile l'intervento percutaneo interviene il cardiochirurgo che adotta la tecnica di Alfieri, con dei dispositivi (clips) "bordo a bordo".  Questo consente di ridurre la mortalità e la morbilità del paziente che ha un recupero post operatorio più rapido».

Una volta «sbarcati» al Dea i progetti prenderanno forma. Fra i primi c'è sicuramente l'implementazione dello  "shock team",  ossia l'istituzione di una squadra e un percorso diagnostico-terapeutico per il trattamento dello shock cardiogeno.

«Il paziente che arriva in shock per uno scompenso acuto deve essere immediatamente trattato - spiega il primario - Si presenta con segni di ipotensione grave, tachicardico, sudato, non urina. Oggi in Emodinamica abbiamo la possibilità di inserire delle micropompe che sostengono la contrazione cardiaca. Quando non è sufficiente possiamo utilizzare l'Ecmo, la circolazione extracorporea  impiantata con cannule nelle arterie».

Sul fronte delle tecnologie il dr. Colonna si ritiene soddisfatto. Dapoche settimane l'Emodinamica si è dotata anche di nuovissime tecniche di imaging per esplorare l'interno delle coronarie.

«Siamo soddisfatti perchè abbiamo acquisito da poco l' IVUS l'ecografia intra vascolare che utilizza la tomografia a coerenza ottica a raggi infrarossi - spiega Colonna - Quando passeremo al Dea nella sala ibrida punteremo ad implementare queste tecnologie, con sistemi di navigazione che si interfacciano con la parte angiografica».

Oggi Emodinamica conta 8 cardiologi clinici che gestiscono il reparto di degenza con 19 posti letto, ridotti a 12 per il Covid e che fanno i turni notturni di guardia attiva.

Nella sala angiografica operano altri 6 cardiologi interventisti + il primario, che si occupano della gestione del paziente e partecipano ai turni di pronta disponibilità, per garantire la presenza H24, per  365/anno.

Francesco Germinal è l'infermiere (pluri premiato) responsabile della sala angiografica: Luigi Cavallo il coordinatore. In tutto ci sono 13 infermieri in reparto e 10 in sala angiografica, 6 OSS,  5 tecnici di radiologia in sala angiografica e 6 unità per le pulizie.

In fondo al reparto, con umiltà, la bacheca dei ringraziamenti è stracolma di attestati di riconoscenza. Un sorta di "ex voto" da parte di tanti pazienti "miracolati" dalle sapienti cure di specialisti in prima linea.